Torrente, fulgor, grito. Algunas notas sobre Historia del ojo de Georges Bataille - Diego Luis Sanromán.

C’est trop dur à penser un corps

sans commencement ni fin,

 c’est insupportable à penser

Roland Barthes



La littérature est même, comme la transgression

de la loi morale, un danger. Etant inorganique,

elle est irresponsable. Rien ne repose sur elle.

Elle peut tout dire

Georges Bataille






Preguntarse con el viejo Platón de la Gran Crisis: ¿existe la Idea del vello púbico, del lodo, de la inmundicia o de lo excrementicio? ¿Hay algún saber que pueda enredar entre sus mallas conceptuales la mierda y el vómito? ¿Pueden siquiera nombrarse los movimientos corporales que asociamos con lo sórdido, con los humores del bajo vientre? Si la respuesta es sí, ¿de qué tipo de jerga pringosa habríamos de servirnos? ¿Qué saber puede ser este? ¿Y qué sentido tiene?



Lo que se descompone, lo que me descompone, lo que trago y excreto, que es mío y luego ya no. A lo que llamo YO pero luego ya no. Lo que me pone en cuestión, lo que me saca de quicio y pone mis fluidos en comunicación con el fluir perpetuo del ser, lo que me disuelve en la corriente continua de una intimidad sin límites. La intensidad de la vida en una tensión insoportable, el deseo de la aniquilación que engendra la aniquilación del deseo. Lo que ansío hasta romperme y que por eso me angustia. 


Bataille lo sabía bien: se trata de buscar en los límites del lenguaje un lenguaje de los límites que irremediablemente terminará por abocarnos a un silencio extático. A la postre, una experiencia inefable y de lo inefable. Así también, Historia del ojo.



http://detour.es/paisajes/diego-luis-sanroman-georges-bataille-historia-del-ojo.htm

Prefazione a Storia dell'Occhio - Alberto Moravia (1980)




L'erotismo sembra essere una forma di conoscenza che nel momento stesso che scopre la realtà, la distrugge. In altri termini si può conoscere il reale per mezzo dell'erotismo; ma al prezzo della distruzione completa e irreparabile del reale medesimo. In questo senso l'esperienza erotica si apparenta a quella mistica: ambedue sono senza ritorni, i ponti sono bruciati, il mondo reale è perduto per sempre. Altro carattere comune all'esperienza mistica e a quella erotica è che esse hanno bisogno dell'eccesso; la misura, che è propria al conoscere scientifico, è sconosciuta tanto a l'una che all'altra. Quest'eccesso, naturalmente, porta alla morte. Ma nell'esperienza mistica sarà la morte del soggetto; in quella erotica, la morte dell'altro. Questo forse spiega il carattere apparentemente suicida dell'esperienza mistica e omicida dell'esperienza erotica. Dico «apparentemente» perché suicidio e omicidio sono nomi che il mondo dà a certi eccessi; mentre in realtà il misticismo e l'erotismo proiettano l'uomo fuori del mondo. Quanto a dire, ovviamente, che erotismo e misticismo hanno in comune la svalutazione del mondo; e che si può essere santi sia in senso religioso sia in senso erotico. Del resto è noto che le due esperienze erano collegate e indistinguibili nelle religión primitive; averle separate e contrapposte è stata opera del cristianesimo, il quale rifiuta, condanna, rimuove l'erotismo. Ma, attenzione: sia pure in senso negativo e diabolico anche nel cristianesimo, l'erotismo è un elemento indispensabile, di qualsiasi operazione conoscitiva.

Comunque, l'erotismo si rivela strumento di conoscenza soprattutto in quanto non è mai un fatto di natura o meglio soltanto di natura: esso comincia ad esistere al livello culturale. Ancora una volta, però, bisogna avvertire che il momento erotico nella cultura, se è accompagnato da consapevolezza, non può che essere distruttivo; e se è inconsapevole non è erotico. Il rapporto tra erotismo e cultura si può, d'altra parte, articolare nel modo seguente: all'origine l'erotismo è inconscio; via via che si sviluppa la cultura, con la stessa gradualità si verifica il riconoscimento e il recupero dell'erotismo. Anzi, con un po' di sforzatura, si potrebbe addirittura affermare che la cultura altro non è che la progressiva scoperta e definizione dell'erotismo originario e inconscio. La fine della cultura logicamente è completa consapevolezza e totale rinvenimento dell'erotismo. A questo punto, spiegazione equivale a distruzione e coscienza ad annientamento. In fondo, dunque, la forma di conoscenza propria dell'erotismo riguarda unicamente l'erotismo. Esso si sforza di conoscere se stesso e attraverso questo sforzo si manifesta e si esprime. Così le culture nascono dalla soppressione, ignoranza e incoscienza del fatto erotico; e si sviluppano e muoiono secondo il progresso di una scoperta che è contemporaneamente distruzione.